Sotto cieli alieni by Philip Plait

Sotto cieli alieni by Philip Plait

autore:Philip Plait [Plait, Philip]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2023-07-28T22:00:00+00:00


7. Il cielo di Tatooine

Pianeti con due soli

Squilla la sveglia. Intontiti dal sonno, la zittite con una manata. Vi alzate e vi trascinate stancamente verso il bagno, e dopo aver gettato un po’ d’acqua sul viso per svegliarvi cominciate a spazzolare i denti.

Date uno sguardo dalla finestra e vedete che la giornata è mite e quasi serena, se si eccettuano poche nuvolette vaporose sparse nel cielo. Terminate le vostre abluzioni quotidiane, decidete di uscire per fare due passi e prendere una boccata d’aria fresca. Fuori regna la quiete, e dopo aver varcato la soglia di casa senza fare rumore vi fermate per un istante e vi lasciate avvolgere dal silenzio.

Chiudete gli occhi, inspirate profondamente ed espirate. Quando riaprite gli occhi vi sentite più svegli. Vi godete per un po’ il cielo blu, che là dove vi trovate è raramente così limpido. L’abitudine vi spinge a controllare la bimeridiana, un’esile asta metallica verticale conficcata in una porzione di terreno precedentemente spianata e pavimentata. L’asta proietta al suolo un’ombra allungata.

Uhm. Curioso, pensate.

All’improvviso appare un’altra ombra, che forma un piccolo angolo con la prima. Vi girate, alzate lo sguardo e vedete una nuvola che si allontana rapidamente dal secondo sole, rendendolo nuovamente visibile.

Ah, vi dite, guardando le due ombre. Così va meglio.

Il Sole è insolitamente solo.1

Provate a uscire in una notte serena e senza luna. Vedrete decine, centinaia o addirittura qualche migliaio di stelle, a seconda di dove vi trovate e del livello di inquinamento luminoso. Noterete che non sono distribuite nel cielo in maniera uniforme, ma che alcune sono più vicine di altre, o che formano dei gruppi. In effetti, il nome che diamo alle figure immaginarie che vediamo nelle stelle – costellazioni – significa letteralmente «gruppi di stelle».

Se concentrate la vostra attenzione su alcune stelle in particolare, potreste accorgervi che sono molto vicine tra loro. L’esempio classico è quello di Mizar, una delle stelle che formano la stanga del Grande Carro. Proprio accanto a Mizar c’è una stella molto più fioca, Alcor. È così vicina che è quasi impossibile distinguerla. In passato, riuscirci era considerato segno di una vista acuta. Mizar e Alcor sono «binarie prospettiche», cioè appaiono vicine ma in realtà potrebbero anche non esserlo affatto e non avere alcuna interazione fisica tra loro. Dalle misure più recenti non si è ancora riusciti a capire esattamente la loro distanza dalla Terra: se fosse la stessa, potrebbero costituire realmente un sistema binario, cioè una coppia di stelle che orbitano una intorno all’altra a causa dell’attrazione gravitazionale reciproca.

È incredibile, ma basta un piccolo telescopio per rendersi conto che la stessa Mizar è in realtà una coppia di stelle troppo vicine per essere risolte a occhio nudo, e che ognuna di esse è a sua volta un sistema binario, il che fa di Mizar un sistema quaternario. Come se non bastasse, anche Alcor è un sistema binario formato da una stella blu relativamente massiccia intorno alla quale orbita una nana rossa, molto più piccola e debole.

In astronomia, come nella vita di tutti i giorni, non tutto è come sembra a prima vista.



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